La Parola della Domenica 1.10.2023

XXVI Domenica del Tempo Ordinario

C’è una frase conclusiva, comune alle due parabole della XXVI e XXVII domenica, che svela il segreto intendimento del discorso complessivo di Gesù: “Perciò vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare” (Mt 21,41).
La domanda posta da Gesù è la seguente: “Chi è allora il vero destinatario della promessa, il vero credente?”. Anche la parabola dei due figli deve essere letta in questa prospettiva.
Molte volte, infatti, può verificarsi una forma di sintonia solo apparente, perché ultimamente interessata, tra la nostra volontà e quella del Padre. Siamo capaci di dirgli dei “sì” speciosi e superficiali, non maturati al sole di quella vera obbedienza interiore, che può solamente essere il frutto di una profonda conversione a Dio. Una forma di obbedienza disobbediente perché non tocca le radici del nostro cuore e non cambia la nostra esistenza.
In questa ipotesi è vero che, pur immersi in una vita ancora disordinata, coloro che hanno deciso di seguire Cristo, senza reticenze e senza cercare in ultima analisi il loro interesse, si riscatteranno e avranno la precedenza nel regno dei cieli.
La parabola ci fa capire quanto sia anche per noi reale il pericolo di partecipare, con apparente docilità, durante tutta la nostra vita, alle celebrazioni liturgiche e alle attività della Chiesa, senza mai diventare veri cristiani.

LITURGIA DELLA PAROLA

Prima Lettura Dal libro del profeta Ezechiele(Ez 18,25-28)
Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.

Salmo Responsoriale (Sal 24)
Rit: Ricòrdati, Signore, della tua misericordia.

Seconda Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 2,1-11)
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 21,28-32)
Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.

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