La Parola della Domenica 24.5.2020

“Io niente senza Te”

Egli si mostrò ai discepoli vivo, dopo la sua passione con molte prove durante quaranta giorni. Credo che ormai quando sentiamo pronunciare questo numero, quaranta, la nostra mente ci riporta ad un altro termine che abbiamo vissuto in questo periodo: quarantena. Una quarantena vissuta prima di Pasqua (per quasi tutto il tempo della quaresima) e una quarantena vissuta  dal giorno di Pasqua ad oggi. E se vogliamo, potremmo ancora definirci in quarantena, se ci guardiamo tra di noi e vediamo come siamo conciati, con le nostre fedeli “museruole”.

Quaranta ha molti significati nella Bibbia: Sono 40 gli anni trascorsi dal popolo di Israele nel deserto; 40 giorni e 40 notti durò il diluvio;  40 giorni e 40 notti Mosè rimase sul monte; 40 giorni e 40 notti di digiuno di Gesù nel  deserto..

Ma noi quale significato possiamo dare a questo tempo  trascorso e in corso? Mi domando: “ Che cosa il Signore ha voluto dirci sia come comunità ecclesiale, che come individui?  Sicuramente ciascuno si sarà fatte le sue domande (spero) e ciascuno si sarà dato delle risposte o forse no. La mia risposta? Non ce l’ho!!!  Umanamente non ce l’ho! Di certo questo digiuno eucaristico prolungato, al di là di tutte le considerazioni che possiamo fare nei confronti delle alte sfere, qualcosa ci avrà insegnato. Forse ci ha fatto capire che senza Dio non siamo nulla, che quel desiderio forte di avere sacramentalmente il Signore dentro di noi, scaturisce davvero da un bisogno irrinunciabile, perché abbiamo compreso che è Lui la nostra forza, è Lui il nostro sostegno,  è Lui la nostra vita e senza di Lui siamo come canne sbattute dal vento, senza direzione, senza meta.

Nel Vangelo di oggi Gesù conferisce agli Apostoli il mandato missionario assicurando la sua presenza in mezzo a noi. Uomini di Galilea perché state a guardare il cielo?. Carissimi non guardiamo in alto. Guardiamo di fronte a noi, guardiamoci ora intorno con maggiore consapevolezza del bisogno che abbiamo di Dio e del suo amore. Recuperiamo l’atteggiamento della prostrazione ai piedi del Signore. Così come fecero i discepoli quando lo videro; riconosciamogli questa supremazia nella nostra vita. Aderiamo a quel suo comando che stasera Matteo ci consegna nel suo Vangelo: andate e fate discepoli tutti i popoli, che non vuol dire partire per chissà quale terra di missione: la nostra terra di missione è nel luogo dove Dio ci ha posti, nella famiglia che ci siamo scelti, negli ambienti di lavoro in cui lavoriamo, nella nostra comunità parrocchiale

Domenica prossima celebreremo la Pentecoste, il dono dello Spirito Santo. Abbiamo una settimana per prepararci a questo appuntamento nel quale chiederemo allo Spirito Santo di scendere abbondantemente su ciascuno di noi per essere persone rinnovate nell’intimo, più coraggiose di annunciare a tutti che Cristo Gesù è vivo e vive in mezzo a noi.

Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.

P.Sergio