XXV Domenica del Tempo Ordinario
Il santo battesimo ci ha inseriti nella morte del Signore, ci ha resi conformi al suo sacrificio. Questa è la radice della nostra esistenza cristiana, la sua sorgente profonda: il frutto deve essere l’umiltà, l’esistenza che ne sgorga deve essere un’esistenza donata nel servizio. È questo un punto centrale della vita cristiana. In essa, e dunque nella Chiesa, la logica delle “precedenze” è completamente rovesciata: il primo è colui che si fa il servo di tutti, come Gesù, il cui primato è stato posto dalla sua obbedienza ed immolazione sulla croce. La vera dignità è nella possibilità offerta all’uomo di imitare l’umiltà del Verbo Incarnato. Una conseguenza sconvolgente: il piccolo è il “sacramento” di Gesù e quindi in lui accogliamo il Padre.
Liturgia della Parola
- PRIMA LETTURA Libro della Sapienza (Sap 2,12.17-20) Condanniamo il giusto a una morte infamante.
- SALMO RESPONSORIALE (Sal 53) Rit: Il Signore sostiene la mia vita.
- SECONDA LETTURA Dalla lettera di San Giacomo Apostolo (Giac 3,16-4,3) Per coloro che fanno opera di pace viene seminato nella pace un frutto di giustizia.
- Dal VANGELO secondo Marco (Mc 9,30-37) Il Figlio dell’uomo viene consegnato… Se uno vuole essere il primo, sia il servitore di tutti.
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