La Parola del Signore

Cristo Risurrezione e Vita

Domenica V di Quaresima

Il Vangelo di oggi si apre con una introduzione che già s impone alla nostra riflessione: “un certo Lazzaro di Betania”, che tradotto dall’aramaico vuol dire “Casa di povertà” e che per Gesù è il luogo dell’amicizia. Un certo Lazzaro.. uno qualunque; non era il figlio di un Re, non era un governatore o una persona famosa; un nome che ha origine ebraica e che significa “Colui che è assistito da Dio”, ma era malto, neanche poteva avvisare lui stesso il Signore della sua condizione precaria, tant’è che ci pensano le due sorelle a far arrivare la notizia a Gesù. Quanto è importante e preziosa la nostra preghiera d’intercessione per coloro che si trovano nell’impossibilità di chiedere. Quanta forza possiede quella preghiera fatta con il cuore e con insistenza, affinché Gesù si commuova per ogni Lazzaro che vive sulla Terra. Essere Lazzaro, vuol dire essere suoi amici, non dei semplici conoscenti, ma Amici.  Il tema dell’amicizia nella vita di Gesù è molto ricorrente: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici; Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici” (Gv 15, 13-15). Per Gesù l’amicizia è un sentimento così’ profondo che si commuove, si turba di fronte all’amico morto, si lascia coinvolgere emotivamente dal pianto della gente che lo circonda e scoppia in pianto.  E’ il racconto che più di tutti i vangeli rivela e manifesta la grande umanità e sensibilità di Gesù. Il Figlio di Dio piange, soffre per la perdita del suo amico; soffre e piange oggi per il mondo che invoca la sua presenza; soffre e piange nell’ascoltare il grido amaro di quanti, gettandosi ai suoi piedi come Maria, gli ripetono in questi giorni: “Signore se tu fossi stato qui mio fratello, mia sorella, mio padre, mia madre, i miei nonni, il mio amico… non sarebbero morti! E allora aiutami a credere alle tue parole, che questo fardello che ci opprime non porterà alla morte definitiva del corpo e dell’anima, aiutami a credere con Marta e nonostante tutto, che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà; aiutami a credere che Tu sei la Resurrezione e la Vita, aiutami a togliere la pietra che appesantisce il mio cuore anche se in questo momento manda il cattivo odore della paura, della disperazione, dello sconforto, della rabbia, della ribellione; aiutami a riconoscere la Tua potente voce, affinché obbedisca al tuo comando di venire fuori dal mio sepolcro,  e liberato anch’io mani e piedi dalle bende dell’incredulità, possa venire incontro a Te e dirti: “Sì Signore, io credo in Te!”.