IV DOMENICA DI PASQUA
Gesù si presenta come il Mediatore tra Dio e gli uomini. Egli è “la porta” dell’ovile.
Non ci è dato di incontrare Dio in modo immediato. Non possiamo stabilire noi il modo in cui comunicare con lui.
Dio si rivela e si dona a noi attraverso il Cristo che vive nella Chiesa. Raggiungiamo la comunione con lui mediante la strumentalità della Chiesa in cui è presente e opera Cristo.
Gesù non è soltanto il Mediatore del disvelarsi e dell’offrirsi di Dio a noi. È la realtà stessa del Verbo divino che ci raggiunge, ci illumina con la fede, ci trasforma con la grazia, ci guida con la sua parola, i suoi sacramenti e la sua autorità.
Egli è la “porta” e il “Pastore” che “cammina innanzi” alle pecore.
Gesù, come Buon Pastore, ci conosce per nome, ci ama e per noi offre la propria vita in una dilezione che si spinge sino alla fine.
Noi credenti siamo chiamati ad “ascoltare la sua voce” e a “seguirlo” senza porre condizioni.
Egli ci conduce al “pascolo”. È la croce, dopo la quale, però, giunge la gioia senza limiti e senza fine: una gioia che ha le sue anticipazioni anche nell’esistenza terrena.
Liturgia della Parola
Prima lettura: Dagli Atti degli Apostoli (At 2,14.36-41)
Dio lo ha costituito Signore e Cristo.
Salmo Responsoriale (Sal 22)
Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla
Seconda lettura: Dalla prima lettera di San Paolo apostolo (1Pt 2,20-25)
Siete tornati al pastore delle vostre anime.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 10,1-10)
Io sono la porta delle pecore.
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