Domenica di Avvento
Ci sono due atteggiamenti fondamentali che ci suggeriscono il modo migliore di Vegliare o di rispondere all’invito che ci viene rivolto oggi dalla Parola di Dio: “Vegliate!” Li possiamo intravedere nella Prima lettura del Profeta Isaia.
Una professione di fede in cui, in modo confidenziale, ci rivolgiamo a Dio col “Tu:” Tu Signore, sei nostro Padre, da sempre ti chiami nostro redentore. Un’invocazione di preghiera in cui gli chiediamo di non lasciarci vagare lontano dalle sue vie e di ammorbidire il nostro cuore spesso indurito e sordo alla Sua Parola.
Il secondo atteggiamento è quello del penitente che è consapevole della sua debolezza di creatura fragile; riconosce di aver peccato davanti al Signore e diventa argilla per lasciarsi plasmare, modellare a Suo piacimento.
Sono due atteggiamenti che si fondono in un’unica parola: umiltà: ti riconosco Signore come unico mio Dio e riconosco la mia condizione di peccatore bisognoso della tua misericordia.
E’ questo il senso del Vegliate! Mettere da parte in questo tempo di avvento i nostri piccoli idoli che si manifestano in atteggiamenti di orgoglio, di superbia, di maldicenza, di “santa mormoratio”
Così, le parole del profeta Isaia fanno da eco al Vangelo di Marco. Vegliate! Fate in modo che il padrone giungendo all’improvviso non vi trovi addormentati…
Liturgia della Parola
- Prima Lettura – Isaia (63,16b-17.19b; 64,2-7)
- Salmo Responsoriale – 79 (80)
- Seconda Lettura – Dalla Prima Lettera di San Paolo apostolo ai Corinzi – 1, 3-9
- Vangelo – Mc 13, 33-67