XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Nel contesto della manifestazione del Figlio dell’uomo e dopo il secondo annuncio della passione, Marco espone – come complemento catechetico – l’insegnamento sulla indissolubilità del matrimonio, e i comportamenti richiesti per fare parte del regno di Dio.
Gesù cambia scena (Mc 10,1): va in Giudea. Espone con autorità messianica – non a un gruppo ma al popolo – l’indissolubilità del matrimonio come un principio universale. San Marco non entra nelle discussioni dei rabbini sulla legislazione del divorzio. Coglie con fedeltà le parole di Gesù, senza tener conto della clausola eccezionale trasmessa da (Mt 19,9). Marco, rivolgendosi a comunità di gentili, e andando al di là del mondo giudaico, ricorre alla Genesi (Gen 1,27 e 2,24): nell’unione indissolubile del matrimonio brillano, folgoranti, l’immagine e la somiglianza poste da Dio nell’uomo e nella donna. Gesù spiega e chiarisce la volontà del Creatore.
L’atteggiamento di Gesù con i bambini fa trasparire la fiducia con la quale bisogna ricevere Dio come Padre (Abbà), la protezione e la sicurezza della paternità divina. Alcune tradizioni patristiche hanno scoperto nell’atteggiamento di Gesù con i bambini un’allusione implicita al battesimo dei bambini.
Liturgia della Parola
- Prima lettura Libro della Genesi (Gen 2,18-24) I due saranno un’unica carne.
- Salmo responsoriale (Sal 127) Rit: Ci benedica il Signore tutti i giorni della nostra vita.
- Seconda lettura Dalla lettera agli ebrei (Eb 2,9-11) Colui che santifica e coloro che sono santificati provengono tutti da una stessa origine.
- Vangelo secondo Marco (Mc 10,2-16) L’uomo non divida quello che Dio ha congiunto.
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