La Parola della Domenica 1.5.2022

III Domenica di Pasqua

La terza volta che Gesù si manifesta ai suoi, dopo la risurrezione, è densa di avvenimenti e di insegnamenti.
Egli si ferma sulla riva del lago a cuocere il pesce per loro, e a presentarsi ancora come uno che serve, perché il Risorto è tutto Amore, Spirito vivificante. Ed è sull’amore che interroga Pietro. Non è un esame, ma solo una triplice affettuosa richiesta, all’uomo che per tre volte l’aveva rinnegato e che ciò nonostante doveva essere la prima pietra della sua Chiesa.
Di fronte alla debolezza di Pietro, soggetto ad alti e bassi, come un po’ tutti noi poveri mortali, si erge maestosa e commovente la fedeltà adamantina di Gesù all’uomo che aveva scelto.
Ma a tutti noi quel dialogo umano fra Gesù e Pietro dice anche qualcosa di estremamente consolante. Ci dice cioè che, se erriamo, Gesù, una volta ravveduti, non ricorda il nostro sbaglio e vede in noi solo quello splendido disegno per il quale Dio ci ha creato. Questa è la misericordia di Dio! Pietro, forgiato dalle umiliazioni della tristissima prova fallita, si abbandona totalmente a Gesù. Come lui, anche noi esaminiamo il nostro cuore, per potergli dire e ripetere spesso: “Signore, tu sai tutto, tu sai che ti amo” (Gv 21,16).

Liturgia della Parola

  • Prima Lettura: Dagli atti degli Apostoli  (At 5,27-32.40-41)
    Di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo.
  • Salmo responsoriale (Sal 29)
    Rit: Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.
  • Seconda Lettura Dal libro dell’Apocalisse di san Giovanni apostolo (Ap 5,11-14)
    L’Agnello, che è stato immolato, è degno di ricevere potenza e ricchezza.
  • Dal Vangelo di Giovanni (Gv 21,1-19)
    Viene Gesù, prende il pane e lo dà loro, così pure il pesce.

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