XXIII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Voler essere discepoli del Cristo significa avere scelto e deciso di seguirlo, significa avere scelto Cristo come unico punto di riferimento della e nella nostra vita.
Lo seguiamo perché lo amiamo e perché abbiamo fondato su di lui, e solo su di lui, il nostro progetto di vita.
Vivremo, nonostante tutto, infedeltà ed errori quotidiani, ma non saranno questi a troncare la nostra sequela se sapremo accettarli e viverli come limite e quindi come parte della croce che ogni giorno ci è chiesto di portare. Una croce fatta di grandi e piccole sofferenze e miserie, ma è proprio l’adesione alla “nostra” croce la via per divenire e rimanere suoi discepoli.
La Chiesa, oggi e sempre, è costruita da chi ha il coraggio di affidarsi soltanto a Dio e seguire Gesù con totale abbandono e senza nessun compromesso.
Liturgia della Parola
Prima Lettura: Dal libro della Sapienza (Sap 9,13-18)
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
Salmo Responsoriale (Sal 89)
Rit: Signore, sei stato per noi un rifugio di generazione in generazione.
Seconda Lettura Dalla lettera a Filèmone (Fm 1,9-10.12-17)
Accoglilo non più come schiavo, ma come fratello carissimo.
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 14,25-33)
Chi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.
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