IV Domenica di Quaresima
La “luce” è uno dei simboli originali delle Sacre Scritture. Essa annuncia la salvezza di Dio. Non è senza motivo che la luce è stata la prima ad essere creata per mettere un termine alle tenebre del caos (Gen 1,3-5). Ecco la professione di fede dell’autore dei Salmi: “Il Signore è mia luce e mia salvezza, di chi avrò paura?” (Sal 28,1). E il profeta dice: “Alzati, Gerusalemme, rivestiti di luce, perché viene la tua luce, la gloria del Signore brilla sopra di te” (Is 60,1). Non bisogna quindi stupirsi se il Vangelo di san Giovanni riferisce a Gesù il simbolo della luce. Già il suo prologo dice della Parola divina, del Logos: “In lui era la vita, e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta” (Gv 1,4-5). La luce è ciò che rischiara l’oscurità, ciò che libera dalla paura che ispirano le tenebre, ciò che dà un orientamento e permette di riconoscere la meta e la via. Senza luce, non c’è vita.
Il racconto della guarigione del cieco è una “storia di segni” caratteristica di san Giovanni. Essa mette in evidenza che Gesù è “la luce del mondo” (v. 5, cf. 8, 12), che egli è la rivelazione in persona e la salvezza di Dio – offerte a tutti.
Liturgia della Parola
Prima Lettura : Dal primo Libero di Samuele (1Sam 16,1.4.6-7.10-13)
Davide è consacrato con l’unzione re d’Israele.
Salmo Responsoriale (Sal 22)
Rit: Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.
Seconda Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini (Ef 5,8-14)
Risorgi dai morti e Cristo ti illuminerà.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 9,1-41)
Andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
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