XXV Domenica del Tempo Ordinario
Gesù ci svela quanto la sua logica sia diversa dalla nostra e la superi.
Nella sua vigna c’è spazio per tutti e ogni ora può essere quella giusta. Così come ogni nostra situazione di vita deve essere la vigna che ci è affidata per curarla e metterla in grado di portare molto frutto e questo non per rinchiuderci egoisticamente in un ambito ristretto ma per riconoscerci, a partire dal concreto dell’esistenza, “lanciati sulle frontiere della storia”, per essere cioè veri evangelizzatori e missionari.
Siamo tutti pronti a riconoscerci tra gli operai che hanno accettato l’invito della prima ora, ma quale potrà essere la chiamata che il Signore ci riserva per l’ultima ora, per la sera della nostra vita?
Riconoscersi tra i chiamati alla salvezza deve significare renderci disponibili ad accogliere ogni chiamata, anche la meno gratificante, la più difficile e dolorosa.
LITURGIA DELLA PAROLA
Prima Lettura : Dal libro del Profeta Isaia (Is 55,6-9)
I miei pensieri non sono i vostri pensieri.
Salmo Resporiale (Sal 144)
Rit: Il Signore è vicino a chi lo invoca.
Seconda Lettura: Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippesi (Fil 1,20-24.27)
Per me vivere è Cristo.
Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 20,1-16)
Sei invidioso perché io sono buono?
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