Battesimo del Signore
“L’infinito fa irruzione nel finito”
La Parola di oggi ci offre, attraverso Giovanni, l’esempio più alto di sequela di Cristo, di grande insegnamento per la nostra vita.
“Io non sono degno…”: impariamo da Giovanni a saper fare un passo indietro, ad essere umili, a riconoscerci incompleti senza “Colui che è più forte di me”.
Impariamo a vivere riconoscendoci bisognosi del battesimo nello Spirito Santo perché da soli nulla possiamo e nulla valiamo.
Impariamo a ridimensionarci e a riconoscerci piccoli, a vivere mettendoci, noi con tutte le nostre piccole e spesso futili priorità, alla sequela di Cristo Gesù.
Impariamo da Giovanni ad essere strumenti perché possa realizzarsi la missione di Gesù e accettando la Sua volontà, divenire uomini nuovi nell’uomo nuovo che è Gesù.
Riconoscendoci anche noi “non degni”, possiamo cogliere l’occasione, ancora una volta, di lasciarci umilmente plasmare dallo Spirito e questo può avvenire solo se lasciamo morire l’uomo vecchio che è in noi.
Il Battesimo che abbiamo ricevuto va dunque rinnovato nel Cammino della nostra vita, cammino nel quale lasciamo morire un po’ di noi stessi, del nostro ego, della nostra superbia, per renderci malleabili all’azione sapiente dello Spirito che ci vuole conformare all’immagine originaria della quale Dio ci ha fatto dono e alla cui somiglianza siamo chiamati quale compito fondamentale della nostra esistenza terrena.
Liturgia della Parola:
- Prima lettura: Dal libro del Profeta Isaia (55,1-11)
- Salmo responsoriale (12,2-6) Attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza
- Seconda lettura: Dalla prima lettera di San Giovanni apostolo (5,1-9)
- Dal Vangelo secondo Marco (1,7-11)